Cosa è?

Cosa è la passione fotografica?

Siamo appena nati e già tutto il mondo è una scoperta. Le cose più ovvie sono una scoperta. Vogliamo toccarle, vogliamo assaggiarle, vogliamo annusarle. Abbiamo solo poche settimane di vita ma già da allora, come recentemente ho visto fare ai miei cari nipotini, mettiamo alla prova tutti i nostri sensi per capire come sono fatte le cose che ci circondano. Quando impariamo a riconoscere le cose e capirne il comportamento è come se esse diventassero nostre, da quel momento le possediamo, e non ci spaventano più.

Ora, fra i cinque sensi che Dio ci ha dato, la vista è certamente il più evoluto, quello che ci rende più forti di fronte al mondo. Da sempre la vista aiuta l’uomo a difendersi dai pericoli che lo circondano e a trasmettere di generazione in generazione informazioni utili per progredire, oltreché opere d’arte e cultura.

Ma la vista è anche il senso più importante per il cervello, in quanto ci offre infinite possibilità di ragionamento ed analisi. Prendiamo uno qualunque degli oggetti che ci circondano. Uno stesso oggetto visto da diversi punti di vista appare diverso; ma esso appare diverso anche se l'intensità di luce che lo colpisce è diversa; anche se il colore della luce è diverso; anche quando la nebbia lo circonda; anche quando piove; anche quando nevica appare diverso…

E poichè infinite sono le condizioni ambientali nelle quali questo unico oggetto può venirsi a trovare, esso può essere visto infinite volte, sempre diverso.

Questa é la passione fotografica.

L’ansia di catturare questa diversità infinita pur avendo di fronte uno stesso oggetto.

Chi ha la passione fotografica può fare viaggi eccitanti e avventurosi anche attraverso i luoghi più noti e ben conosciuti....

Ho sempre avuto passione per la fotografia, fin dagli anni 70, quando amavo passare il mio tempo libero nel laboratorio fotografico arroccato nella cantina a fare esperimenti con negativi e carte fotografiche di vario tipo. Già da allora cercavo di rendere più attrattivo in laboratorio lo scatto di una buona immagine eseguito in fretta o in condizioni di illuminazione non ottimali.

Poi, all'inizio degli anni 2000, le tecniche di fotografia analogica sono state abbandonate ed si è avuta la transizione al digitale. Io mi sono buttato subito a capofitto ad imparare i nuovi metodi di processamento digitale delle immagini. Utilizzando questi nuovi strumenti è tutto molto più facile rispetto prima; già solo per il fatto di poterlo fare davanti ad un computer... Penso che, alla mia età, se avessi dovuto continuare a frequentare una cantina umida ed oscura la mia salute ne avrebbe certo risentito. Forse ciò che più mi manca è la possibilità di lavorare anche in modo manuale e inoltre non provo più quella bella sensazione che mi pervadeva quando vedevo apparire l'immagine sul foglio di carta immerso nell'acido. Dovevo tirarlo fuori al momento giusto. Se fallivo, non potevo più tornare indietro.

Davanti al computer invece è tutto come un videogioco. Quando fallisci, puoi sempre ritentare gratuitamente. Per cui anche la realizzazione di un bel lavoro non mi da una soddisfazione forte come quella che provavo nel passato.

Poi, comunque, con le tecniche digitali non devi mai esagerare. Devi utilizzarle solo al fine di esaltare qualcosa che è già insito nella tua foto e che hai saputo cogliere al momento dello scatto. Altrimenti si rischia di stravolgere del tutto la realtà. E' inutile cercare di produrre artificialmente, tramite una postproduzione, ciò può essere facilmente colto al momento dello scatto.

Non sono un artista che vuole trasmettere direttamente delle sensazioni attraverso una immagine. Lascio questo compito ai pittori. Io desidero solo essere uno strumento che permette a qualcuno di vedere una certa realtà attraverso una foto. Sarà quella realtà a trasmettere le sensazioni opportune a chi la vede.